come parte di una serie grafica sulla comprensione di auto-cura e mente/corpo, Steve Haines (un chiropratico che insegna esercizi di rilascio di traumi) e Sophie Standing illustra l’ansia è davvero strano. (Hanno anche fatto il trauma è davvero insolito e il dolore è davvero strano, mentre il perdono è davvero insolito è scritto da Masi Noor e Marina Cantacuzino.)
Non era quello che mi aspettavo. È un fumetto di 32 pagine su carta pesante che si legge come un saggio illustrato, con citazioni correlate come note a piè di pagina praticamente su ogni pagina. L’ho trovato un po ‘educativo, poiché ho imparato cos’è l’ansia, ma molto più filosofica di quanto mi aspettassi e non così utile o memorabile come speravo. L’arte è secondaria al testo, poiché il libro potrebbe essere letto senza le immagini senza perdere alcuna informazione, ma hanno reso l’argomento molto più accessibile, poiché li ho trovati calmanti. La tavolozza dei colori è anche rilassante, blu cielo e beige e giallo senape punteggiato da blu-nero e arancione profondo per il contrasto. (Ci sono pagine di anteprima sul sito Web dell’editore.)
Nell’apertura, la differenza tra preoccupazione ed eccitazione viene confrontata con la differenza tra torta e pane, una metafora che aveva senso per me. La premessa del libro, come afferma l’autore, è che “il tuo cervello è diventato troppo bravo a prevedere il pericolo”, che causa ansia e attacchi di panico. I falsi allarmi, mentalmente, creano la sensazione della necessità di sfuggire alla situazione. Le cause possono essere correlate al cibo, alla salute, alla genetica, al trauma infantile e/o allo stress. È inaspettato e non scoprire che molto più del 25% degli adulti statunitensi sperimenterà un disturbo d’ansia durante la loro vita.
Detto questo, molti lettori lasceranno questo problema con le cose a cui pensare, se tecniche per rispondere a sentimenti spiacevoli o alla straordinaria citazione, “L’ansia è una buona cosa perché gli psicopatici non ne hanno”. La pagina sulle emozioni distinte da determinate culture, tra cui Hygge e Schadenfreude, è illuminante, se vagare un po ‘lontano dallo scopo.
Dato lo spazio limitato, vorrei che ci fosse stato molto più attenzione ai pensieri pratici, meno (per esempio) di Sartre sulla morte o sulla natura dell’emozione. Mi sarebbe piaciuto vedere alcuni casi di studio, particolari esempi di ansia e come il cliente lo ha gestito. L’ultimo terzo del libro va in giro per riformulare il modo in cui si pensa ai sintomi di ansia ed essere molto più in contatto con il corpo. Sospetto che sia molto più semplice dire che fare. (L’editore ha offerto una copia di recensione.)
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